APOLOGIA DI UNA TWINGO

Le ultime settimane ci hanno ammorbato con la solita decadente storia tipica del mondo moderno di una coppia che scoppia, con il solito teatrino della sovraesposizione mediatica di un triste episodio consuetudinario della democrazia decadente. Non vogliamo parlare della coppia in sé, del resto il tradimento in un matrimonio rimane deplorevole e a rimetterci sono sempre i figli che ne pagheranno in futuro le conseguenze con comportamenti che ne pregiudicheranno la vita. Oltre che, ovviamente, i mariti che anche se “innocenti”, sono sempre le prime vittime, colpiti dalla mannaia di una legislazione maschicida, che li punisce – con sommo godimento delle femministe e delle ex mogli “emancipate” – per il solo fatto di avere impresso nel DNA quello che nessuno potrà mai cancellare: l’essere maschi. Quando un Governo degno di questo nome porrà fine a questa legislazione e gli uomini otterranno finalmente la libertà e parità?
Shakira la tradita ha fatto delle corna un investimento che le ha fruttato – guarda caso – ancora più successo e ancora più milioni. Del resto, il mondo moderno a questo si riduce. Ad una corsa al denaro. Contenti tutti. Anche i cornuti.
Ma questo è solo un aspetto della triste vicenda, perché a scendere in campo sono state le femministe, che hanno esaltato la tuonante cantante d’assalto per condannare lo spregevole “maschio alfa tossico di mascolinità patriarcale”. In altri tempi la solidarietà ad un tradito – uomo o donna che fosse – non avrebbe generato speculazioni politiche. Oggi, tutto è sfruttato dal minoritario femminismo che con la sua cagnara silenzia tutte le voci della vile maggioranza. Anche quelle della dignità.
Quello che però è sfuggito è l’offesa che la tigre della canzone latina ha fatto ad un’altra donna, declassandola al rango di un Casio al confronto di un Rolex oppure, per l’appunto, ad una Twingo che, ovviamente, per chi naviga nell’oro non può essere che qualcosa da essere inferiore, come ci insegnano i sinistrorsi che prendono l’aperitivo sulle spiagge di Capalbio.
Se fosse stato un uomo a bollare una donna con questi epiteti sarebbe finito in carcere. Ma una donna può oggi dire quello che le pare, financo uccidere il proprio compagno o il proprio figlio. Poverina era depressa ed oppressa da questa società patriarcale! Chi siamo noi per giudicare, direbbe il simpaticissimo Francesco.
Eppure qualcosa potremmo aggiungere. Polemicamente. Per divertirci un po’. Senza la smania di salire in cattedra come fanno i sinistri saccenti moralisti dei diritti civili. Non sia mai. Vogliamo solo scherzare. E ridere. Soprattutto in faccia a coloro che ci vorrebbero rieducare al progresso.
Un uomo tecnicamente, dal punto di vista bassamente biologico, non tradisce. Come animale è programmato principalmente per trasmettere i propri geni. E questo in natura si può fare solo accoppiandosi con più femmine possibili, compulsivamente, istintivamente. E la scelta va in primis alle femmine “belle”, ossia sane, che possano assicurare questa trasmissione genetica. Altro che “bellezze alternative”, pelose, sciatte ed obese!

Per le femmine la natura ha previsto un’altra esigenza e un altro ruolo. Quello di essere le “incubatrici” del seme maschile. Ed è per questo che in natura è il maschio che corteggia, combatte, conquista, “possiede” una donna; mentre la donna “fugge”, osserva, “sceglie”, viene posseduta.
Ma l’uomo per fortuna non è solo un animale. È un essere superiore. E per questo – pur non rinnegando la sua natura – ha saputo elevarsi costruendo delle civiltà che hanno instaurato un rapporto con Dio, elaborato il rapporto tra gli uomini sulla base dei sentimenti, sognato una società migliore, scritto il diritto, ecc.
È così che nasce la famiglia, cellula base dello Stato, che non rinnega la natura ma la armonizza ad un livello superiore di spiritualità. La famiglia infatti è l’unione tra un uomo e una donna che si fonda sul dovere della procreazione. Altre fattispecie di “unioni” non sono famiglia. Per carità ognuno in democrazia può fare quello che vuole. Da sempre uomini si accoppiano con le pecore, ci sono donne che lo fanno con i propri cani, in Africa e in Asia si usa farlo con le scimmie… chi siamo noi per giudicare?
Ma queste “unioni” non sono famiglia. Chiamatele libertà, diritti. Ma non famiglia.
Dati i fatti e la natura, forse l’uomo tecnicamente non tradisce dal punto di vista volgarmente biologico, come abbiamo accennato. È sempre una donna che tradisce un’altra donna. È lei che sceglie di accoppiarsi o no. E da qui che nasce l’odio tra le donne. Biologicamente per questioni di concorrenza sul mercato. E se le donne sono fuori mercato perché brutte e sciattone, allora odiano anche gli uomini che non le corteggiano, che non le “fischiano”, che non le “violentano” con i complimenti infarciti di mascolinità tossica a base patriarcale come fanno a quelle belle. Ma quanto gli piacerebbe?
L’uva è sempre acerba per chi non arriva a coglierla
Ma il caso triste di Shakira, a cui va tutta la nostra solidarietà, insegna qualcosa anche a quelle donne che femministe non sono e hanno dedicato la loro vita a collegare la carta di credito che hanno in mezzo alle gambe ad un buon conto corrente (che non sia il loro ovviamente). Perché potrai essere bella quanto ti pare. Potrai adescare con la tua bellezza tutti gli uomini di questo mondo. Ma prima o poi una qualsiasi Twingo ti supererà. E allora ricorderai chi sei. E varrai per quel sei. Drammaticamente.
Un’altra motivazione per odiare il maschio alfa bianco e la natura delle cose.

Claudio Cantelmo

IL PREMIO “NETTUNIA1944” A FABRIZIO VINCENTI

Nettuno, 21 Gennaio – È il lucchese Fabrizio Vincenti – giornalista, Dottore in Economia e Commercio, Direttore della testata sportiva GazzettaLucchese.it, collaboratore de “La Nazione” e de “Il Primato Nazionale” – il vincitore della quinta edizione del Premio “Nettunia1944”, il riconoscimento dell’Accademia Delia che premia il libro di guerra nella sua accezione più completa.
Ad annunciarlo, questa mattina, il Prof. Alberto Sulpizi e il Dott. Pietro Cappellari, che in collaborazione con la Pro Loco Nettuno stanno curando la manifestazione del 2023.
Vincenti è stato scelto per le opere che illustrano la vita di due Italiani dimenticati: Giuseppe Solaro, il Federale di Torino durante la RSI; e Nicola Bombacci, il fondatore del Partito Comunista d’Italia che scelse di essere con Mussolini nell’ultima fase della sua vita.
I libri di Vicenti – Giuseppe Solaro. Il fascista che sfidò la Fiat e Wall Street (Ciclostile, 2014); Giuseppe Solaro. Fascismo o plutocrazia. Gli scritti economici di un fascista di sinistra (Ciclostile, 2016); A sognare la Repubblica. Bombacci con Mussolini a Salò (Eclettica, 2020) – rappresentano lo spaccato di un’Italia dimenticata, ricostruito con rigore scientifico. Libero dai condizionamenti ideologici, Vincenti ci dipinge uomini straordinari che seppero essere protagonisti del loro tempo, sacrificando la propria vita per gli eterni valori di Patria e Giustizia sociale.

Il prossimo mese, Fabrizio Vincenti e l’editore Alessandro Amorese saranno in visita a Nettuno per la presentazione degli ultimi studi del giornalista lucchese e per ritirare il premio nel corso di una presentazione pubblica.

Ufficio Stampa
Premio “Nettunia1944

“IL CENTENARIO”, LA DUE-GIORNI CULTURALE ORGANIZZATA DA “MEMENTO” IN OCCASIONE DEI 100 ANNI DELLA MARCIA SU ROMA

Terranuova Bracciolini (Arezzo), 29-30 Ottobre – L’Associazione “Memento”, con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI e del Raggruppamento Combattenti e Reduci della RSI, in collaborazione con il Comitato pro Centenario 1918-1922, ha organizzato presso Villa “Municchi”, sede della Fondazione della RSI – Istituto Storico, una due-giorni culturale per un approfondimento storico sui 100 anni della Rivoluzione fascista.
L’evento ha visto interventi di grandissimo spessore: del Prof. Roberto Mancini sulle radici socialiste del pensiero mussoliniano (insignito, per l’occasione, del Premio “Fernando Mezzasoma” per gli studi sul fascismo, istituito dalla Biblioteca di Storia Contemporanea “Goffredo Coppola” di Paderno); del Dott. Pietro Cappellari, autore ormai consolidato di studi sul periodo 1919-1922; e di Fabiano Gaita, con il suo romanzo sui “fatidici” giorni della Marcia su Roma in quel di Perugia.
Abbiamo inoltre onorato due grandi figure, entrambi significative: il decorato al Valore Militare Gen. Felice Coralli (combattente della Guerra italo-turca, primo ad entrare a Trieste il 3 Novembre 1918 ed ucciso in un mitragliamento aereo angloamericano durante la RSI); e Don Emidio Spinelli, intestatario della Brigata Nera di Arezzo, Sacerdote assassinato dai partigiani nel Maggio 1944.
Un fuori programma molto toccante è stato l’intervento del camerata romeno Popa Bogdan, del gruppo identitario “Camerati”, il quale non solo ha illustrato a livello storico la figura di Codreanu e della Guardia di Ferro, ma ha spiegato come questa memoria sia giunta alle giovani generazioni di oggi, passando sotto gli anni tragici della dittatura comunista in Romania.
Un evento che ha concluso il nostro ciclo di attività in ricordo del Centenario della Rivoluzione, ma che apre grandi prospettive per il futuro.
La Fondazione della RSI – Istituto Storico è un luogo che può diventare, a livello nazionale, un punto di riferimento, sia per la nostra Comunità che per il mondo della memoria storica e degli studi sulla Repubblica Sociale Italiana.

Ass. “Memento”

IL PREMIO “MEZZASOMA” A ROBERTO MANCINI

Terranuova Bracciolini (Arezzo), 29 Ottobre – In occasione del Centenario della Marcia su Roma, presso la sede della Fondazione della RSI –Istituto Storico di Villa “Municchi”, il Prof. Roberto Mancini è stato insignito del prestigioso Premio “Fernando Mezzasoma” per gli studi sul fascismo, istituito dalla Biblioteca di Storia Contemporanea “Goffredo Coppola” di Paderno (Forlì).
Mancini ha avuto il merito di aver rivendicato le origini socialiste del fascismo, denunciando l’errata interpretazione di comodo, fatta propria sia dalla sinistra che dai partiti conservatori, del fascismo come “movimento di destra”.
I suoi eccellenti lavori come Oltre la destra e la sinistra: il socialismo fascista (Il Borghese, 2015); Storia della Repubblica Sociale (Il Borghese, 2017); Partiti e movimenti di massa: fascismo e nazionalsocialismo (Il Borghese, 2018); Storia del fascismo (Il Borghese, 2020-2021, 3 voll.); hanno permesso di fare luce sull’humus dal quale si sviluppò il fascismo, visto come “unico socialismo realizzabile in Italia” e come la destra sia stata, in realtà, un virus interno – quanto estraneo – alla Rivoluzione di Mussolini. Una rivoluzione che ha una continua “linea rossa” dal sansepolcrismo alla Repubblica Sociale.
Oggi, in occasione della presentazione del suo ultimo straordinario libro Il socialismo rivoluzionario di Benito Mussolini 1883-1918 (Libreria Europa) nell’ambito della due-giorni nazionale “Il Centenario”, organizzata dall’Associazione “Memento” a Terranuova Bracciolini, la consacrazione della sua opera con il Premio “Mezzasoma”, consegnato dal Direttore della Biblioteca “Coppola” Dott. Pietro Cappellari.

Primo Arcovazzi

IL CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE A PERUGIA

Perugia, 28 Ottobre – In occasione del Centesimo anniversario della Marcia su Roma, si è tenuto al Perugia Park Hotel la lectio magistralis del Dott. Pietro Cappellari, Direttore della Biblioteca di Storia Contemporanea “Goffredo Coppola” di Paderno (Perugia), dal titolo “Marciare su Roma”, come l’omologo libro che raccoglie gli atti del famoso convegno di studi storici svoltosi nel capoluogo umbro nel 2012.

Nell’occasione è stato presentato anche l’ultimo volume della tetralogia sulla Rivoluzione fascista curato dal Cappellari Da Vittorio Veneto alla Marcia su Roma (Passaggio al Bosco).
La serata culturale è stata preceduta da un momento di raccoglimento: la mattina del 28 Ottobre, una delegazione dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI e dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia guidata da Claudio Pitti e Carlo Giulietti – organizatori della giornata di studio – si è recata presso il cimitero di Perugia rendendo omaggio ai caduti della Rivoluzione, concludendo il rito davanti alla tomba di Armando Rocchi, Capo della Provincia della RSI.

Lemmonio Boreo

IL CENTENARIO: L’ASCESA AL CAMPIDOGLIO SULLE ORME DELLA COLONNA “BOTTAI”

Al via in tutta Italia le celebrazioni per il Centenario della Rivoluzione. Il primo evento culturale a Roma

Roma, 28 Ottobre – Nelle ultime ore del 27 Ottobre, in occasione dei cento anni della Marcia su Roma, il Comitato pro Centenario 1918-1922 e una delegazione dei Lanzichenecchi d’Europa, con militanti giunti dalla Francia e dalla Spagna, nell’ambito delle iniziative culturali e di ricerca storica, nonché di raccoglimento religioso, hanno reso omaggio alla “stele della Rivoluzione” di Tivoli. Il monumento, eretto durante il Regime, ricordava che da questa città, nella notte tra il 30 e il 31 Ottobre, calarono sulla Capitale le camicie nere della famosa Colonna “Bottai”.
Nel primissimo dopoguerra, l’ingombrante stele venne sottoposta alla consueta censura ed epurazione.
I patrioti europei, dopo aver deposto una rosa rossa ai piedi della stele di Tivoli in onore di tutti i caduti per la Patria, hanno composto una colonna di auto e, raggiungendo la Tiburtina “interna” sulle orme delle squadre d’azione del 1922, hanno attraversato il quartiere San Lorenzo, che all’epoca fu il luogo dell’unico vero scontro della conquista dell’Urbe da parte delle camicie nere.
La delegazione ha poi continuato raggiungendo il Campidoglio, dove – al termine della simbolica marcia – ha sostato davanti la statua di Marco Aurelio.

L’anonimo masso di granito, nascosto tra i ruderi sacri agli dei nei giardini del Campidoglio, unica traccia di quella che fu l’Ara dei Martiri fascisti, è rimasto vegliato tutta la notte da un ingente dispiegamento di Forze dell’Ordine per la prima volta dal dopoguerra. Come a simboleggiare l’importanza di questo Centenario.

L’alba dorata del 28 Ottobre, che ha riscaldato Via dell’Impero ed accarezzato i marmi dei fori imperiali, ha baciato la rosa rossa che le mani di un patriota d’Europa hanno deposto negli stessi istanti sull’Ara dei Martiri al Campidoglio.

“Sono tutti qui, io li vedo”.

I patrioti d’Europa

IL PREMIO “MEZZASOMA” A GIACINTO REALE

Roma, 28 Ottobre – In un’assolata giornata, in occasione del Centenario della Marcia su Roma, presso la Libreria “Europa”, il Col. Giacinto Reale è stato insignito del prestigioso Premio “Fernando Mezzasoma” per gli studi sul fascismo, istituito dalla Biblioteca di Storia Contemporanea “Goffredo Coppola” di Paderno (Forlì).
Reale ha all’attivo numerose pubblicazioni, soprattutto sul periodo antemarcia che hanno permesso una riscoperta e una revisione storica di un passato da sempre lasciato sottotraccia o del tutto dimenticato.
Grazie al suo contributo il Comitato pro Centenario 1918-1922 ha potuto riscrivere intere pagine di storia. Suo il contributo più importante alla tetralogia Da Vittorio Veneto alla Marcia su Roma. Il Centenario della Rivoluzione fascista (Passaggio al Bosco, 2020-2024, 4 voll.).
I suoi straordinari lavori come Il 1921 sulle pagine de “L’Assalto”. Giornale del Fascio di Combattimento bolognese (Eclettica, 2019); Arditi nel cuore. Da Fiume a Roma 1919-1922 (Solfanelli, 2020); “Certi giorni di marciapiede e di attesa”. Storia dello squadrismo fiorentino (Libreria Europa, 2021); La Marcia su Roma. Racconti squadristi di lotta e di rivoluzione (Passaggio al Bosco, 2021); Gli squadristi raccontano lo squadrismo. Antologia di testi (La Lanterna, 2022); hanno riscritto intere pagine di storia, salvando dall’oblio una memoria negata. Rappresentano il punto di arrivo di studi decennali, che non possono mancare in una biblioteca.
Reale ha indagato a lungo sulla nascita dal fascismo, evidenziandone la genesi nei fermenti dei movimenti della sinistra italiana dei primi del Novecento, coniugatasi con l’anarco-nazionalismo scaturito dalla Grande Guerra. La congiunzione tra sindacalismo rivoluzionario, socialismo nazionale e nazionalismo – tra i quali si incuneò come una scarica incendiaria il fiumanesimo – diede origine al fascismo che ebbe la sua consacrazione di consenso tra gli Italiani nel periodo dello squadrismo. Uno squadrismo che una volta posto fine alle violenze del Biennio Rosso si lanciò contro la destra liberale, provocando quell’insurrezione che passò alla storia come Rivoluzione fascista.
Oggi, in occasione della presentazione del suo ultimo eccezionale libro “Vecchio fascismo nostro”. 45 profili di squadristi (Libreria Europa), la consacrazione della sua opera con il Premio “Mezzasoma”, consegnato dal Direttore della Biblioteca “Coppola” Dott. Pietro Cappellari.

Lemmonio Boreo

LATINA: PRESENTATO IL TERZO VOLUME DELLA TETRALOGIA SULLA RIVOLUZIONE

Latina, 21 Ottobre – In occasione del Centesimo anniversario della Marcia su Roma, è stato presentato in prima nazionale, presso il Circolo culturale “Alb48”, il terzo volume della tetralogia a cura del Dott. Pietro Cappellari Da Vittorio Veneto alla Marcia su Roma (Passaggio al Bosco).
Questo tomo ripercorre gli eventi del 1921, l’anno cruciale che vide il sorgere dello squadrismo. Un nuovo movimento politico generazionale, rivoluzionario e reazionario insieme, dannunziano se vogliamo, che pose fine improvvisamente, quanto imprevedibilmente, al Biennio Rosso che aveva caratterizzato la storia d’Italia fino a tutto il 1920. Un evento traumatico per il sovversivismo italiano che si vide letteralmente spazzato via da piccole unità di fascisti. Reparti che, con sprezzo del pericolo e con una visione mistica della lotta politica, dotati di una mobilità senza precedenti – le famose spedizioni sui BL18 –, riuscirono non solo a sconfiggere un nemico molto più numeroso e radicato, ma a conquistare dei consensi senza precedenti.
Da ogni azione squadrista, corrispose l’aumento esponenziale dei consensi tra gli Italiani per quei giovani che sembravano annunciare una nuova era.
Tutto questo fu il 1921. Da quell’anno la storia d’Italia si avvierà verso nuovi orizzonti. Quali fossero questi orizzonti forse ben pochi sapevano, ma il mito della rivoluzione annunciava un’alba nuova, l’avvento di un nuovo Stato.
L’evento, introdotto dal responsabile territoriale di CPI Carmine Pezzano e presentato dal Prof. Marco Silvestri, ha illustrato infine il collegamento tra la città di Latina e la Marcia su Roma rappresentato proprio dall’autocarro BL18 che dalla Grande Guerra, passando per lo squadrismo, realizzò la bonifica e contribuì all’edificazione di Littoria, segno tangibile lasciato alle future generazioni della realtà della Rivoluzione fascista.

Lemmonio Boreo

3 volumi, 1.754 pagine… In attesa del quarto!

IL MARTIRE CARLO GRELLA, VITTIMA DELL’ANTIFASCISMO

Roma, 21 Ottobre – In occasione dei 100 anni della Marcia su Roma, una delegazione del Comitato pro Centenario 1918-1922 e dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI si è recata al Cimitero Verano per rendere omaggio alla tomba di Carlo Grella, capo degli studenti fascisti dell’Istituto Tecnico Industriale dell’Esquilino, assassinato dal comunista Primo Fabbri nel periodo antemarcia. Aveva solo 16 anni, il martire più giovane del Fascio romano. Fu vittima di un vero e proprio agguato premeditato dagli Arditi del Popolo di San Lorenzo, la sera del 20 Ottobre 1922, appena uscito da scuola, in Via Conte Verde. Fecero fuoco alle sue spalle, «perché di venirci avanti hanno paura». Poi la fuga e, infine, l’arresto di tutta la banda.
Grella morì dopo un giorno di agonia, il 21 Ottobre 1922.
A cento anni da quel turpe omicidio – che richiama la stagione della violenza antifascista degli anni ’70, dei vili agguati comunisti e degli omicidi di giovani idealisti, assassinati solo perché fascisti – i patrioti di Roma, dopo tanti anni di silenzio, hanno posato un fiore sulla tomba di un martire per una più grande Italia per non dimenticare il suo sacrificio.

Lemmonio Boreo

NASCE L’ASSOCIAZIONE VITTIME DEI BOMBARDAMENTI ANGLOAMERICANI

Milano, 20 Ottobre – In occasione del LXXVIII anniversario del bombardamento terroristico di Gorla, durante il quale morirono 184 bambini della Scuola Elementare “Crispi”, si è costituita nel capoluogo lombardo l’Associazione Nazionale Vittime dei Bombardamenti Angloamericani (ANVBAA).

Lo scopo dell’ente culturale è quello di creare un percorso della memoria su tutto il territorio italiano per ricordare degnamente le vittime delle incursioni aeree degli Alleati durante il Secondo conflitto mondiale. Una necessità sentita, in quanto si tratta dei più gravi crimini contro l’umanità commessi sul territorio italiano tra il 1940 e il 1945, eventi da sempre silenziati. In quasi 80 anni, il ricordo dei terribili bombardamenti angloamericani contro i civili è sempre stato oscurato, se non proprio rimosso dalla memoria collettiva.

Si impone finalmente una serena riflessione storica su quanto avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale e denunciare che i più grandi crimini contro l’umanità commessi contro la popolazione italiana sono stati i bombardamenti angloamericani: 80.000 vittime chiedono ancora giustizia.

CONTATTI

Mail: info@ultimacrociata.it
Pagina FB: Associazione Nazionale Vittime Bombardamenti Angloamericani

Gorla, 20 Ottobre 2022: l’omaggio dell’ANVBAA alle vittime del bombardamento terroristico alleato