Dalla Marcia su Roma alla marcia su Addis Abbeba, il cammino della Rivoluzione fascista
Roma, 8 Maggio – Si è tenuta questa mattina, presso il Tempo Nazionale del Perpetuo Suffragio di tutti i Caduti di tutte le Guerre di Roma, in Piazza Salerno, la cerimonia in ricordo dei Caduti per l’Africa italiana, nell’LXXXVI anniversario della Proclamazione dell’Impero (9 Maggio 1936-XIV).
Con l’occasione è stata ricordata anche la figura di Padre Gianfranco Chiti – valoroso combattente della Seconda Guerra Mondiale sul fronte greco-croato e nella crociata contro il bolscevismo in Russia, decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare e Croce di Ferro di seconda classe germanica, Volontario nella RSI, prigioniero di guerra nel campo di concentramento statunitense di Coltano (Pisa), Generale dei Granatieri dell’Esercito Italiano e poi Frate cappuccino per il quale è iniziata la causa di beatificazione – di cui, il 6 Maggio, è ricorso l’anniversario della nascita.
Il fondamentale asse Rivoluzione-Impero fece sì che la conquista dell’Etiopia non fu una classica guerra coloniale di fine Ottocento tanto cara alla destra conservatrice, cui ci avevano abituato le rapaci democrazie franco-britanniche o l’imperialismo economico-finanziario degli Stati Uniti d’America. Il fascismo fece sì che la conquista dell’Impero si tramutasse in una rivoluzione della Civiltà romana. Non a caso Giorgio Mario Forni – uno dei più puri esponenti dei GUF e della Scuola di Mistica Fascista, poi immolatosi sul fronte greco-albanese nel 1941 – parlò nei suo scritti di “imperalizzarsi”, non intendendo una borghese opera di conquista materiale, ma il richiamo a “sfondare i diaframmi che ti dividono dal mondo”; a “rompere la crosta di ghiaccio che immobilizza il moto del fiume”. In poche parole: superare se stessi in un moto continuo di azione, nel senso di abbattere il borghese conservatore che si annida in noi: “L’Italia ha bisogno di uomini che si moltiplichino. Sterminati campi si aprono ad ognuno di noi nella realtà della costruzione mussoliniana. È un cantiere dove c’è sempre scritto ‘Si assumono operai’”.
Questo il senso dell’Impero nella marcia di conquista della Rivoluzione fascista. Che gli accademici di oggi – e peggio ancora i politici – non lo abbiano capito, non ha nessuna rilevanza storica.
La manifestazione è stata organizzata dall’infaticabile Benito Graziano D’Eufemia di Roma, per conto del Comitato pro Centenario 1918-1922, nell’ambito delle iniziative previste per quest’anno.
Il portavoce
