3 SETTEMBRE 1939: INIZIAVA COSI’ LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Le responsabilità franco-britanniche nel declino dell’Europa

Con le dichiarazioni di guerra degli Imperi francese e britannico alla Germania del 3 Settembre 1939, il Vecchio Continente sprofondava in quello che passò alla storia come il Secondo conflitto mondiale.

Tuttavia, questa data è stata rimossa dai manuali di storia, intenti ad attribuire al Reich la deliberata volontà di scatenare una guerra planetaria dagli esiti apocalittici. E, infatti, oggi nessuno mette in discussione la data del 1° Settembre 1939 come data di inizio di quel conflitto.

Ma cosa accadde veramente questo giorno?

Prima il lettore ci tolleri una breve “retrospettiva”. Dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale, la Germania – come gli altri Stati sconfitti – venne duramente punita. La Pace di Versaglia, che – come vedremo – provocherà un’instabilità tale da condurre ad un secondo conflitto, venne studiata appositamente per garantire l’egemonia dei due Imperi-guida che avevano trionfato, anche a discapito dell’Italia, che della coalizione vincente faceva pur sempre parte. Francia e Gran Bretagna decisero di punire la Germania e, tra le varie vessazioni imposte al Reich sconfitto, vi fu quella della costituzione della Libera Città di Danzica (Danzig), che de iure spezzava in due la continuità geografica della Germania e de facto permetteva l’incunearsi della Polonia in territorio tedesco, fino al Mar Baltico (all’epoca la Polonia era uno Stato continentale e non aveva accessi al mare). Il tutto accompagnato dalla formazione artificiale di Stati-antagonisti, come la Cecoslovacchia (per la Germania) e il Regno Serbo-Croato-Sloveno (per l’Italia).

Il ritorno alla Madre Patria di Danzig fu sempre nell’agenda di tutti i Governi germanici, ma la debolezza dello Stato tedesco e l’incapacità degli amministratori della Repubblica di Weimar frustrarono ogni ipotesi di “ritorno”. Le cose cambiarono con l’avvento al potere del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, i cui sostenitori si diffusero massicciamente anche in tutti i territori irredenti del Reich.

A Danzig (95% di popolazione di origine germanica) i nazionalsocialisti ottennero subito la maggioranza e si schierarono compattamente per il ritorno alla Madre Patria. Nel 1938, un referendum condotto sotto controllo di osservatori neutrali della Confederazione Elvetica confermò in maniera schiacciante – se ce ne fosse stato il bisogno – il desidero della città tedesca di riunirsi al Reich.

Danzig irredenta per i Germanici divenne un simbolo, come Trieste, Trento e – soprattutto – Fiume irredente lo erano state per gli Italiani. Francia e Gran Bretagna, che ostacolavano il sorgere della potenza “concorrente”, fecero blocco e si schierarono nettamente contro ogni mutamento dei confini imposti alla Germania dal Trattato di Versaglia.

Nell’Ottobre 1938, Hitler – ormai sempre più orientato verso una soluzione militare del “problema di Versaglia”, costasse quel che costasse (cfr. Anschluss e “liquidazione” della Cecoslovacchia) – chiese ufficialmente alla Polonia la restituzione di Danzig. Il Governo polacco, nel timore di perdere il suo unico accesso al mare e forte dell’appoggio internazionale, rifiutò sdegnosamente. I continui rifiuti della Polonia alle pressanti richieste tedesche, fecero comprendere ad Hitler che per salvaguardare i diritti del popolo di Danzig – e della stessa Germanica – l’unica soluzione doveva essere affidata alle armi. L’ala oltranzista, a quel punto, prese il sopravvento nel Reich. E il tutto precipitò verso il drammatico punto di non ritorno.

Il 23 Agosto 1939, il Reich concluse un trattato di non aggressione con l’Unione Sovietica (cfr. Patto Molotov-Ribbentrop), il cui obiettivo fu quello di neutralizzare il forte esercito della Polonia con un duplice attacco: da oriente e da occidente. L’URSS, come pegno per il suo intervento al fianco della Germania, alla fine si assicurò addirittura il possesso di 2/3 dell’intero territorio polacco!

Il Governo della Polonia, consapevole della situazione, ma ancora sicuro di poter giocare le sue carte, proclamò la mobilitazione generale, respingendo anche l’ultima “ragionevole proposta” – come venne definita dalla Gran Bretagna – della Germania. Stanche di pazientare e provocate dall’atteggiamento intransigente dei Polacchi, il 1° Settembre, le Divisioni tedesche e un contingente della Repubblica Slovacca attaccarono. Probabilmente, molti in Germania credettero di poter localizzare il conflitto e che i Francesi e Britannici non sarebbero intervenuti in difesa della Polonia provocando l’inizio di un conflitto mondiale dagli esiti catastrofici. “Morire per Danzica?”. Ovviamente, la risposta fu consequenziale, quanto naturale. In specie dopo le recenti prove di forza del Reich in Austria e in Cecoslovacchia (in quest’ultimo caso si andò ben oltre il pattuito alla Conferenza di Monaco sui destini di questo Stato artificiale, cosa che lasciò tutti perplessi sulle reali volontà del Reich nella sua “marcia verso l’Est”, ma nessuno intervenne per contestare il fatto compiuto che sconfinò nella provocazione).

Il 3 Settembre 1939, Francia e Gran Bretagna utilizzarono questo conflitto “locale” per dichiarare guerra alla Germania, sapendo benissimo di scatenare una guerra mondiale. Le alte probabilità che nel conflitto potesse essere coinvolta anche l’Italia – legata al Reich dal Patto di Acciaio – fanno ipotizzare che i due Imperi francese e britannico volessero liquidare non solo la potenza continentale tedesca, ma anche quella italiana, la cui espansione marittima nel Mediterraneo e coloniale in Africa turbavano ed irritavano le diplomazie dei due Governi democratici. Del resto, Francia e Gran Bretagna decisero di attaccare solo la Germania e non l’URSS le cui Armate, dal 17 Settembre 1939, dopo aver violato il trattato di non aggressione russo-polacco, “scorrazzavano allegramente” in Polonia (dando inizio a quella serie di massacri e deportazioni che ebbero il loro apice nel massacro Katyn, tragedia poi – ovviamente – addossata ai Tedeschi).

Che la difesa della Polonia fosse stata solo un pretesto per scatenare una guerra mondiale in funzione anti-germanica ed anti-italiana è dimostrato dal fatto che, nel Febbraio 1945, quando l’URSS chiese agli Alleati formalmente di inghiottire nella sua zona di influenza tutta l’Europa orientale – compresa la Polonia –, le “candide vestali” della democrazia britannica e francese accondiscesero al progetto, tradendo altresì i soldati dell’Armata polacca che combattevano valorosamente al loro fianco in Italia, nella speranza di tornare un giorno nella loro Patria, libera da ogni straniero.

La Seconda Guerra Mondiale arriverà ben presto a coinvolgere il Giappone, che nella sua espansione stava travolgendo gli interessi franco-britannici-statunitensi in Asia. Si ricordi che l’Impero del Sol Levante era in guerra “locale” con la Cina fin dal 7 Luglio 1937. Strano che anche questa data non venga utilizzata come data di inizio del Secondo conflitto…

Francia e Gran Bretagna fecero molto male i loro conti. L’esercito francese – il più forte del mondo nel 1940 – venne travolto dalle Divisioni corazzate del Reich con una rapidità impressionante, mentre quello inglese – che vantava la Marina da guerra più forte del mondo – dovette ben presto chiedere aiuto ai “cugini” statunitensi. L’entrata in guerra degli USA – che da tempo aspiravano ad un conflitto mondiale per far rientrare la crisi decennale, per eliminare la minaccia giapponese ed imporsi come Stato-guida – determinò la svolta. Ad essere travolte dallo schiacciante strapotere statunitense, però, non furono solo le Armate dell’Asse – che resistettero comunque per cinque lunghi anni -, ma anche i sogni di gloria britannici (quelli francesi, oramai, erano sepolti da un pezzo).

L’Inghilterra si troverà così a vincere una guerra sapendo di averla persa politicamente. Questo declinò porterà con sé il crollo dell’intera Europa, oggetto della duplice occupazione sovietico-statunitense.

Pietro Cappellari